La confederazione agricoltori scrive: “E’ ormai chiaro a tutti, che una delle maggiori difficoltà che incontrano gli allevatori, non solo di ovi-caprini, ma anche di altre specie animali da reddito, bovini, suini ed equini, gestiti allo stato brado o semibrado, è rappresentato dal problema della predazione. Peraltro diversi cittadini, pur non avendo niente a che vedere con il mondo dell’allevamento, ci stanno rappresentando il loro timore ad inoltrarsi nelle aree boscate, a spostarsi nelle ore notturne, considerato che i lupi si stanno avvicinando alle abitazioni, facendo diventare la problematica non più solo agricola, ma di carattere sociale. Nel corso di un recente incontro svolto su iniziativa delle Amministrazioni di Campiglia Marittima e Suvereto, sono state illustrate le esperienze realizzate in provincia di Grosseto con il progetto Life Medwolf, tra il 2012 ed il 2017, per mitigare gli impatti del lupo sulle attività produttive, dotando le aziende di strumenti di prevenzione. Il giudizio sulla efficacia degli interventi previsti, che riguardano l’introduzione di recinzioni di protezione di diverso tipo, per creare una barriera tra predatori e potenziali prede, dotazione di cani accuratamente selezionati ed addestrati alla protezione del gregge, il ricovero notturno, non è del tutto univoco., anche perché in taluni casi comporta la modificazione del tipo di allevamento. Resta comunque in ogni caso un tema fondamentale: l’aumento dei costi di gestione per introdurre i sistemi di protezione. I risultati di una ricerca CREA hanno stimato in 40/50 euro/capo all’anno, l’aumento dei costi. Per la gestione di un cane addestrato alla guardiania si parla di oltre 1.000 euro all’anno. In queste condizioni è evidente che il margine economico dell’allevamento risulta compromesso.
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