Oggi a Maiano Lavacchio ha avuto luogo la commemorazione della strage avvenuta il 22 Marzo 1944 nella piccola scuola di questo luogo sospeso tra le campagne di Grosseto e Magliano. Gli undici giovani morti, detti i “Martiri di Istia d’Ombrone” perché buona parte di loro proveniva dalle campagne circostanti la frazione, furono sommariamente uccisi per aver rifiutato l’arruolamento nelle fila della Repubblica Sociale. Una tragedia che ha spezzato undici vite innocenti che cercavano di sottrarsi alla leva forzata e che soprattutto, semplicemente, si opponevano alla guerra.
Proprio in periodi come quello che stiamo vivendo, con la guerra che torna anche in Europa, ricordare queste vittime diventa ancora più fondamentale e se ne comprende ancora meglio il valore.
I due fratelli Matteini, coinvolti nella strage di Maiano Lavacchio, hanno scritto su una lavagna l’addio alla propria madre che era stata allontanata dagli esecutori prima di poter dare l’ultimo saluto ai figli: “Mamma Lele e Corrado un bacio.” Questa lavagna, che si trova ormai da anni nell’ufficio del Sindaco di Grosseto, reca ancora oggi quel doloroso messaggio. Una scritta vergata all’interno di una scuola, luogo di vita e di cultura, che deve continuare a rappresentare un monito per le generazioni future che anche quest’anno, purtroppo, a causa delle note restrizioni per la prevenzione del contagio da Covid-19, non hanno potuto partecipare.
In qualità di organizzatrice della cerimonia, l’amministrazione ringrazia ANPI, ISGREC, il Comune di Magliano, il Comune di Cinigiano, il Comune di Scansano, la Provincia di Grosseto, il Prefetto e il Questore, che da sempre si impegnano per mantenere viva la memoria e che anche oggi sono intervenuti a ricordare quanto sia attuale e necessario custodire il valore dell’articolo 11 della nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.