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Dalla Confederazione agricoltori riceviamo: “La vicenda del latte ovino è solo uno degli aspetti della crisi, che investe tutti i comparti dell’agricoltura; anche in provincia di Livorno. Gli agricoltori non riescono più a fare reddito schiacciati da dinamiche di mercato che li vedono soccombere in una forbice di prezzi che non remunera i prodotti a fronte di costi produttivi in continua crescita. Così non va, non ce la facciamo più! Il problema non è solo di mercato, ma soprattutto politico. Oggi è sempre più difficile fare agricoltura. Si sente parlare, spesso senza conoscere i problemi, di sostenibilità ambientale delle produzioni, di qualità dei prodotti primari, del cibo come tradizione e cultura di un territorio. Ma questo non si ottiene se non mettiamo al centro l’agricoltore e il suo lavoro, la sua funzione produttiva, la sua competenza ed il suo sapere che non trovano riconoscimento e valore. Questo è il compito della politica che oggi è assente. Con il prezzo del grano, liquidato a 17 euro a quintale, si produce in rimessa e lo si fa solo per non abbandonare la terra. La stesso pomodoro da industria, tipica del territorio livornese, è diventata ad alto rischio se per produrne un ettaro occorrono 7.500 euro con margini che si ottengono solo per rese superiori ai 1000 ql ad ettaro.