Innanzitutto ringrazio tutti i presenti alla cerimonia di oggi, che celebra il 78esimo anniversario della Battaglia di Piombino. Ringrazio le autorità civili e militari, i rappresentanti delle forze dell’ordine, le associazioni d’arma, dei partigiani, dei reduci e dei combattenti e tutto il pubblico presente. Soprattutto, ringrazio Pier Nello Martelli, che oggi è qui per aprire un scorcio sugli eventi che hanno caratterizzato il nostro territorio.
Come ogni anno, celebriamo l’anniversario di un momento storico caro ai piombinesi, un episodio che appartiene alla memoria di questa città.
Un episodio il cui valore è stato sancito dallo Stato con il massimo riconoscimento: la Medaglia d’Oro al Valor Militare, consegnata alla Città ormai ventuno anni fa dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, di cui proprio il prossimo 16 settembre ricorrerà il quinto anno dalla sua scomparsa.
Sono orgoglioso di celebrare questo evento in veste di sindaco e rappresentante dei cittadini: è un simbolo dei valori che contraddistinguono la nostra eredità, valori che questa cerimonia contribuisce ogni anno a rafforzare sempre più. Quel 10 settembre 1943, militari e cittadini, uomini e donne, si unirono per difendere il Paese dal nazifascismo.
Oggi siamo qua proprio per rendere il dovuto tributo a quelle persone che diedero la vita per donare a noi, uomini e donne di oggi, la libertà e la democrazia.
Quegli anni sono stati sanguinosi, sono stati dolorosi; si caratterizzarono per le troppe perdite di vite umane, per le devastazioni, per il dramma di un popolo che si trovò tragicamente diviso.
La cerimonia di oggi è impreziosita da un graditissimo ospite, Pier Nello Martelli. Tra le varie opere è suo il lavoro intitolato “La Resistenza nell’Alta Maremma – Drammi, contrasti, passioni politiche e generosità”; in esso si racconta del coraggio di tante donne e di tanti uomini. Ma si racconta anche delle declinazioni e sfumature diverse all’interno della resistenza.
Tutte quelle diversità e talvolta anche contrasti tra le forze di liberazione, tuttavia, vennero superati con uno straordinario slancio di responsabilità, nella costruzione di un progetto comune, nella restituzione della democrazia, nella creazione delle fondamenta della nostra Repubblica. Nel lavoro che, seppur polifonico, condusse alla creazione di quel capolavoro che è la nostra Costituzione a cui non a caso questa importante piazza è intitolata.
Nella carta costituzionale sono racchiusi tutti i principi che i padri costituenti vollero consegnare, nero su bianco, alle generazioni future. È un documento illuminato, espressione della forza di un popolo che ha avuto il coraggio di ribellarsi e rialzarsi. E noi, in quanto piombinesi, dobbiamo sentirlo particolarmente nostro, dobbiamo essere orgogliosi di questo passato, impegnandoci a tramandarne i valori ai nostri figli.
La Battaglia di Piombino ci ricorda quanto sia importante difendere la nostra identità nazionale, la democrazia e la libertà. Ancora oggi non possiamo ignorare che il rispetto del pensiero altrui è libertà e la libertà di ogni singolo italiano equivale alla libertà di un popolo.
Come la storia ci insegna, non è con l’odio, la prevaricazione, la denigrazione altrui che una comunità cresce, matura, si evolve, risolve le proprie problematiche.
Se non comprendessimo questo, allora i sacrifici del passato, che ogni anno vengono qua celebrati, sarebbero stati vani.