Il Gruppo Consiliare di Rifondazione scrive “Per Piombino la Corte dei Conti rileva un disavanzo di amministrazione di 500.000 euro, imputabile alle amministrazioni precedenti (anni 2015 e 2016), per il quale devono essere adottate misure correttive entro 60 giorni dalla comunicazione di accertamento. Il Sindaco e la Giunta, fra le altre misure correttive, decidono di abbassare il tetto di esenzione dell’addizionale IRPEF da 20.000 euro a 10.000 euro, ignorando il fatto che il PIL di questa città è a zero, con cassaintegrati e lavoratori precari e “fa cassa” con gli ultimi, mantenendo l’aliquota dello 0,8 per chi ha un reddito da 10.001 a 200.000 euro. Ovvero si dà un taglio a vantaggio dei redditi più alti, stile la flat tax. Sarebbe stato meglio mantenere l’esenzione dei 20.000 euro e aumentare progressivamente l’aliquota per i redditi superiori. “Per giustificare il “ piccolo sacrificio” si dice che 80/100 euro da pagare in più per il cittadino sono irrilevanti. Non è così perché 80-100 euro rappresentano la spesa al supermercato per una famiglia media per una o due settimane.
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