La replica del Direttore Generale dell’Asl Nord Ovest Toscana alle nostre sollecitazioni non solo ci appare assolutamente insufficiente ma addirittura provocatoria. Nella risposta dall’azienda sanitaria, infatti, non è dato scorgere il minimo riferimento alle istanze sulle numerose criticità che abbiamo sollevato più volte. La Direttrice generale pare preferisca invece dilungarsi in una dissertazione sull’unico settore che in questo momento presenta probabilmente meno problemi, la Chirurgia Generale, come se l’ospedale di Piombino fosse un ospedale che avesse solo quel reparto, seppur importante.
Gli stessi riferimenti ad una migliore gestione delle patologie tempo dipendenti, poi, non possono essere rappresentati come concessioni poiché sono atti dovuti. Tra l’altro, se, come afferma l’Azienda, la gestione di queste patologie è stata migliorata grazie alla possibilità di poter trasferire i pazienti a Grosseto, non capiamo che tipo di incremento in termini di servizi abbia apportato questa soluzione a Villamarina.
Nella lunga autocelebrazione della direttrice, inoltre, non si fa il minimo accenno ai problemi della cardiologia piombinese, da anni sotto organico e da tempo senza Direttore di unità operativa complessa, nonostante le nostre reiterate richieste all’azienda di procedere a bandire il concorso. Come del resto rimangono inascoltate le numerose richieste di potenziamento dell’Ortopedia, della Ginecologia, della Medicina Generale, della Anestesia e Rianimazione, della Radiologia, tutti i settori in fortissima sofferenza.
Il declino dell’ospedale di Piombino non è un dato soggettivo: esistono numeri pesanti che lo documentano e che la direzione dovrebbe avere il coraggio di pubblicare, dimostrando inequivocabilmente il crollo delle performance di alcuni settori strategici dell’ospedale piombinese, con la quasi scomparsa di alcuni asset fondamentali come l’area materno-infantile e la netta riduzione dell’attività di altri. La situazione è ancora più evidente nel confronto con l’ospedale di Cecina che denota lo scarso equilibrio di servizi sanitari tra i due nosocomi.
Anche il riferimento all’aumento del personale – per la maggior parte di operatori socio-sanitari – è assolutamente incongruo e sembra più uno specchietto per le allodole, soprattutto alla luce del fatto che le assunzioni complessive a livello di Asl pare non coprano neppure i pensionamenti, cosa che ci preoccupa non poco. A tal fine, quello che preme è conoscere la reale necessità, soprattutto in termini di medici ed infermieri, affinché i vari reparti in sofferenza possano operare in piena sicurezza, secondo le linee guida indicate dai vari organismi preposti e società scientifiche. Dato più volte da noi richiesto nel silenzio dell’azienda.
Le nostre sollecitazioni per un rilancio effettivo della sanità a Piombino, sostenute sempre da cittadini ed associazioni, non sono certo iniziative contro l’azienda sanitaria o la Regione, ma stimolo ad arrestare il declino e ad avviare una riqualificazione che sembra non iniziare mai. Un impegno, questo, che è imprescindibile prerogativa di un sindaco, responsabile della salute dei propri cittadini. In questo contesto in cui l’ospedale non sembra rispondere alle necessità essenziali della propria comunità, è quindi un mio dovere intervenire, soprattutto nel momento in cui non viene declinato il tema della sicurezza tanto caro alla stessa azienda.
Perché, alla fine di tutte le valutazioni, legate anche ai rigidi parametri della Balduzzi, non bisogna mai dimenticare l’isolamento geografico di questo territorio che è ulteriore elemento di criticità e fa emergere evidente la totale inadeguatezza di scelte nefaste di politica sanitaria, che partono da molto lontano ma sembrano essere riproposte e rilanciate dall’attuale gestione.
Francesco Ferrari, sindaco di Piombino
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