La comunicazione ufficiale della Regione Toscana in merito all’archiviazione definitiva del progetto di revamping dell’inceneritore di Scarlino, è arrivata oggi (mercoledì 13 aprile) in municipio. «È una notizia che attendevamo – dichiara il sindaco di Scarlino, Francesca Travison, a nome di tutta la giunta – e che mette fine a una battaglia durata anni: vogliamo ringraziare, come abbiamo sempre fatto, tutti coloro che nel tempo si sono impegnati con passione e determinazione affinché nella Piana di Scarlino non entrasse in funzione un impianto definito ultimamente “ferrovecchio” proprio da chi a suo tempo firmò l’autorizzazione al funzionamento. Ribadendo quindi la grande soddisfazione per la notizia ricevuta, vogliamo però chiarire la nostra posizione in merito al nuovo progetto presentato da Iren Ambiente, che riguarda l’area della Piana di Scarlino, che lo ricordiamo è sede dell’inceneritore. Partiamo dal fatto che questa amministrazione non è contraria all’economia circolare, anzi: ne abbiamo parlato anche durante la campagna elettorale perché sapevamo benissimo che l’interesse sulla nostra zona industriale non sarebbe finito con l’accantonamento dell’incenerimento. I rifiuti rappresentano una criticità sulla quale è impossibile oggi non dover fare i conti, e il riciclo è una soluzione plausibile se ben strutturato». Proprio nelle ultime settimane la Regione Toscana e Iren Ambiente hanno proposto ai Comuni di Scarlino e Follonica la sottoscrizione di un protocollo sul nuovo progetto di Iren. «Un documento – osserva il sindaco Travison – che a nostro giudizio presenta molte lacune, tanto che ancora oggi non lo abbiamo firmato. Nel protocollo, del quale peraltro ormai non si comprende la necessità, visto che l’iter sembra piuttosto chiaro a leggere le anticipazioni uscite sulla stampa, mancano dettagli importanti. Ci viene detto che l’area diventerà uno dei primi poli per grandezza in Italia dedicati al trattamento di legno, pulper e plastiche, dei fanghi (aspetto che ci preoccupa di più) e alla depurazione per la lavorazione di rifiuti liquidi. Si tratta inoltre di quantità molto importanti in entrata. Per questo abbiamo sollecitato in più occasioni ulteriori precisazioni all’azienda. Abbiamo chiesto inoltre, e continueremo a chiedere, il coinvolgimento della popolazione locale, che deve essere informata e deve poter esprimersi sul futuro della Piana di Scarlino. Non possiamo accettare un progetto di cui non conosciamo bene l’impatto sul territorio in termini di tutela ambientale, ma anche di trasporti e di viabilità». Intanto martedì 12 aprile i vertici dell’amministrazione comunale di Scarlino hanno preso parte, con il Comune di Follonica, a un incontro con Iren: «Anche in quella sede – ribadisce il sindaco Travison – non sono stati sciolti i nostri dubbi e non ci sono state fornite quelle precisazioni che avevamo a più riprese richiesto. Non vogliamo ripetere l’errore che il Pd ha fatto in passato, dando prima le autorizzazioni a un impianto e trovandosi dopo a dover lottare per farlo chiudere. Teniamo fortemente al futuro del nostro territorio e vogliamo essere certi che sia sempre e comunque garantita la tutela della salute dei nostri concittadini. Stavolta Scarlino merita di prendere parte ad ogni decisione che riguarda la zona industriale, senza pregiudizi ma con chiarezza, approfondimenti e certezze».
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